Un giornale norvegese dice che il servizio streaming Tidal ha gonfiato i dati dei dischi di Beyoncé e Kanye West.
Un’inchiesta del giornale norvegese Dagens Næringsliv afferma che Tidal avrebbe truccato i dati di ascolto di alcuni brani di Beyoncé e Kanye West, con un’indebita redistribuzione dei profitti generati dall’ascolto degli stessi.
Tidal, comprata da Jay-Z nel 2015, è una delle principali piattaforme di streaming musicale al mondo che fin dall’inizio puntò a distinguersi dai concorrenti per una maggiore qualità dei file audio.
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Il giornale norvegese, dopo essere venuto in possesso di un hard disk contenente i dati riservati di Tidal, ne ha fatto analizzare il contenuto al Centro per la Sicurezza Informatica dell’Università Norvegese di Scienza e Tecnologia e l’analisi ha sentenziato che ci sono state delle manipolazioni sui dati relativi ad alcuni album.
Il fine di questa manomissione sarebbe quello di gonfiare gli introiti ottenuti da West e Beyoncé a scapito degli altri artisti: avendo ricevuto più ascolti i due artisti avrebbero ricevuto più soldi, togliendone ad altri artisti. Sony ricevette 2,5 milioni di dollari per “Lemonade” su un totale di 4 milioni, mentre Universal ricevette 2 milioni per “The Life of Pablo” su un totale di 3,3 milioni.
Tidal ha negato le accuse accusando il giornale norvegese di aver falsificato i dati forniti al Centro di Ricerca incaricato dell’analisi.