Il Circolo Ohibò di Milano, uno dei club più attivi per quanto riguarda la programmazione di musica indipendente, chiude i battenti a causa del Coronavirus.
Il Circolo Ohibò di Milano ha comunicato sulla propria pagina Facebook il 10 Giugno scorso la chiusura del locale a titolo definitivo.
L’Ohibò di Milano è diventato in pochi anni un luogo di aggregazione, solidarietà e condivisione, non solo per la musica, ma anche per i corsi e gli eventi che offrivano integrazione e assistenza legale agli stranieri.
“La chiusura del Circolo Ohibò è una notizia dolorosa: un luogo di cultura, di aggregazione, di proposta che non ha potuto reggere all’impatto dell’emergenza sanitaria e delle sue conseguenze. Il rischio di un impoverimento del tessuto culturale della nostra comunità cittadina, così come di quello di tutto il Paese, è un’emergenza cruciale a cui la politica non può far mancare tutta la propria attenzione”, ha commentato l’assessore comunale alla Cultura Filippo Del Corno.
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Ecco il comunicato ufficiale del Circolo Ohibò di Milano:
Cari amici e soci, siamo profondamente commossi ed onorati per tutto l’affetto che ci state dimostrando e aver fatto parte di un pezzetto della vostra vita, per un qualsiasi motivo, ci rende felici. Vogliamo ringraziare il sindaco Beppe Sala che ci ha contattato ieri l’altro telefonicamente, sommerso dalle vostre richieste d’aiuto. Raccontiamo a voi quello che abbiamo detto a lui: la nostra è stata una decisione presa con tristezza e dolore, ma con assoluta responsabilità verso l’associazione e la sua storia, per evitare – prima che fosse troppo tardi – debiti, spese, cambiali che in pochi mesi sarebbero diventati onerosi e ingestibili poiché ricaduti sui singoli soci del direttivo. A partire da Marzo 2020 abbiamo valutato le proposte da parte dei nostri collaboratori: bandi, i cui tempi purtroppo sono tutt’altro che snelli, la vendita di materiale autografato ed un crowdfunding che non ci siamo sentiti di lanciare a causa del periodo di piena pandemia (troppe persone senza lavoro e disagi vari). Tutte queste proposte non sono economicamente sostenibili nel tempo (quanto passerà prima della riapertura? Le norme sui distanziamenti quanto impattano sulla capienza di un circolo?) Tutt’ora per i concerti e gli eventi si brancola nell’incertezza quindi in generale la prospettiva futura è troppo vaga per permettere un sano e ponderato piano economico per i bui mesi a venire. Abbiamo chiuso consensualmente con la proprietà il contratto di affitto intestato all’associazione, poiché né il direttivo, né i collaboratori erano in grado di assumersi personalmente l’onere di un finanziamento atto a consentire il pagamento delle spese tra cui il contratto di locazione. Vorremmo che la chiusura del Circolo Ohibò faccia riflettere, Milano ha fame di cultura a 360°, ed è doveroso e giusto preservare i luoghi di aggregazione, poiché sono linfa vitale, senza musica ed arte il mondo è triste e vuoto. Coloro che scrivono questo post, fanno parte del direttivo che ha seguito Ohibò dai suoi albori, quando l’associazione era solo una scommessa e la proposta musicale era varia quanto il suo direttivo ed il suo pubblico. Una proposta musicale che, già nei primi anni, ci ha regalato tantissime emozioni, ospitando artisti da tutto il mondo a partire dai Green Day, AsianDubFoundation, Almamegretta, Vinicio Capossela, 99 Posse, Daddy G, Rezza, Cristicchi, Vincenzo Cinasky e la banda del Cafè Bandini, Ottavo Richter, Il Genio, i ragazzi del Rock’n’roll Circus, gli amici del Terzo segreto di Satira, Ariele Frizzante, Freak Antoni, Cristiano Godano, Tonino Carotone, Cesare Basile, Manuel Agnelli, Rodrigo D’Erasmo, Gary Lucas, Banda Osiris, Vitowar, Paolo Rossi, Roberto Angelini, Cecco e Cipo, Calcutta, Dargen D’Amico, Egreen, fino alle proposte più recenti Andrea Poggio, Davide Shorty, Beatrice Antolini, Ketama 126, Nicolò Carnesi, Mahmood, Gaazebo Penguins, A Toy Orchestra, Generic Animal Camillas, Bugo, Brenneke, Soviet Soviet, Julie’s Haircut, Siberia, Auroro Bòrealo, Uochi Tokia, Yellow Days, Thegiornalisti, Le capre a sonagli, Sem e Stenn, Egokid, Exotago e tanti tanti altri. Vogliamo rinnovare il nostro “in bocca al lupo” a Costello’s ed alla sua crew, che con il loro progetto di musica ha portato freschezza all’Ohibò. Comprendiamo la delusione di tanti, ma risorse e volontà non sono sufficienti a mantenere vivo un progetto che ha molte spese. A volte è necessaria anche una buona carica di responsabilità, a tutto tondo.
Gli auguriamo di trovare un luogo accogliente com’ è stata la sede di Via Benaco 1, per poter continuare il lavoro cominciato qui da noi e quindi spiccare il volo con le proprie forze. Un caro saluto a tutti”
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