Tutto ciò che un tempo andava di moda, prima o poi, torna in voga. Ripercorriamo insieme la storia e l’evoluzione del giradischi, dal 1877 a oggi.
Il giradischi e il grammofono sono stati i principali sistemi di riproduzione musicale usati dal 1870 fino alla fine degli anni ‘80 circa. Il grammofono, antenato del giradischi, convertiva in vibrazione sonora dell’aria le oscillazioni di un ago inserito in un solco inciso su un cilindro o su un piatto di grafite che veniva fatto ruotare da un meccanismo caricato a molla tramite una manovella.
L’evoluzione del grammofono è il giradischi, un apparecchio elettronico dove un disco di vinile viene fatto ruotare da un motore elettrico ed una testina munita di una puntina diamantata, trasformando le vibrazioni meccaniche in un segnale elettrico. La testina funziona tramite una bobina ed un magnete e il segnale così generato viene poi amplificato elettronicamente e diffuso da uno o più altoparlanti.
Agli inizi degli anni ’90 è stato dato per morto, battuto dalla comodità del CD, un formato di dimensioni ben più comode nonché capace di garantire una qualità audio senza fruscii e salti. Eppure, nonostante la battuta d’arresto in quel decennio, a partire dagli anni 2000 il vinile è tornato a crescere senza sosta, prima balzando nelle mani di appassionati e collezionisti, i quali non hanno mai voluto abbandonare il fascino eterno della puntina sui solchi, poi diventando un vero e proprio fenomeno di massa.
Quando si parla dell’evoluzione della musica, si è soliti concentrarsi unicamente sugli aspetti della qualità e della comodità: i formati digitali, rispetto agli analogici, sarebbero sulla carta migliori nel riprodurre tutte le sfumature del suono, nonché molto più agevoli da ascoltare. Ma è solo il desiderio della qualità quello che guida l’utente all’acquisto?
Ma torniamo indietro, da dove tutto è cominciato.
1877
Lo scienziato francese Charles Cros presentò il 18 Aprile 1877 una teoria sul funzionamento di un ipotetico fonografo. Egli non realizzò alcun apparecchio pratico.
1887
Nel 1887 Charles Cross espose all’Accademia delle scienze il principio di un apparecchio di riproduzione del suono, che egli chiamò “paleofono”, di cui giunse a realizzare un modellino.
Qualche mese più tardi Thomas Edison costruì il suo primo “fonogramma”, o “fonografo”. Questo apparecchio di Edison venne presentato all’esposizione universale del 1889 e usava come supporto di registrazione un cilindro e sfruttava un movimento verticale dello stilo. La pressione sonora era tradotta in profondità di incisione del solco.
1897
Nel 1897 lo studioso Emile Berliner sviluppò il grammofono, utilizzando un disco con movimento orizzontale invece che il rullo di Edison. I dischi avevano un diametro di 5″ e registrati su un solo lato. Nel 1895 vennero introdotti i dischi da 7″, seguiti nel 1901 da quelli da 10″.
1907
In seguito a miglioramenti tecnici si poté cominciare a registrare su dei dischi qualche successo del grande repertorio musicale, assicurandone in questo modo una diffusione enorme ed un grande successo commerciale. Nel 1908 il disco inciso su due lati incontrò il favore del pubblico e così la tecnologia del disco ebbe sempre maggiore diffusione, anche a causa del prezzo più contenuto.
La prima incisione a 78 giri fu una “Carmen” di Bizet ed un “Concerto per due violini” di Bach nel 1910, a cui seguì una registrazione integrale della “Quinta Sinfonia” di Beethoven nel 1913.
1917
Dischi e cilindri erano in concorrenza come formati musicali, ma la domanda era molto bassa. Le registrazioni erano più facili da produrre, gestire e archiviare.
1927
Nel 1927, Dual, la più grande azienda produttrice di giradischi del mondo presentò la combinazione dell’azione a molla e del motore elettrico, l’Elektro Feder Motor, giradischi con funzionamento duale, divenuto successivamente marchio di fabbrica.
1937
Con la Grande Depressione, l’industria discografica e i giradischi erano in seria difficoltà. Ma nel 1934 RCA Victor iniziò a vendere Duo Jr, un giradischi collegato a un altoparlante radio; nel frattempo, i DJ che suonavano i dischi alla radio erano conosciuti come “pancake turners”.
1947
Il disco in vinile rimpiazzò il carbonio come materiale base per la fabbricazione dei dischi. Il disco di acetato di vinile, nelle sue versioni a 78, 33 e 45 giri fu il supporto più diffuso per la riproduzione del suono e in particolare della musica.
Questo metodo di riproduzione ebbe un enorme successo: “solco” e “puntina” sono rimasti i componenti fondamentali fin nell’era dell’hi-fi e solo con l’avvento e la diffusione del compact-disc hanno perso il loro predominio. La superiorità del “vinile” come il mezzo di riproduzione più fedele del suono non fu mai messa in discussione da altre forme di registrazione o supporti.
1957
Gli anni ’60 sono stati gli anni del boom discografico e tutti i più grandi artisti investivano sempre di più sull’incisione di LP/EP/45g, collezionando milioni di copie vendute; nasceva però l’esigenza di progettare giradischi portatili.
Nacque così il famoso Mangiadischi, giradischi alimentato a batteria che permetteva di ascoltare musica in auto e all’aperto.
1967
Nel 1965 la divisione Panasonic della “Matsushita Electric Industrial Co.” lanciò Technics, un marchio progettato per il fiorente mercato hi-fi e nel 1969 presentarono l’SP-10, il primo giradischi che utilizzava un motore a trasmissione diretta anziché una cinghia.
1977
I giradischi Technics SL-1100 e SL-1200, rispettivamente del 1971 e del 1972, sono stati progettati per uso domestico, ma questi ultimi sono stati acquistati nella fiorente scena disco statunitense, e successivamente nella comunità hip-hop.
I DJ di Paradise Garage come Larry Levan e Kool Herc, il padre sia della musica che della cultura hip-hop degli anni settanta, inizialmente usavano apparecchiature Thorens di fascia alta, ma nel 1979 arrivò il Technics 1200MK2, un prodotto robusto e con pitch control (o vari-speed) che per più di 30 anni è stato un punto di riferimento per i DJ di tutto il mondo.
1987
Il CD iniziò ad avere un grande successo (nel 1988 negli Stati Uniti le vendite di CD superarono quelle dei dischi in vinile) fino alla definitiva assoluta affermazione come mezzo pressoché universale di riproduzione del suono. Un altro supporto di registrazione si affacciò sul mercato nel 1987: il DAT (Digital Audio Tape).
Il DAT ha rappresentato dal punto di vista qualitativo un miglioramento per la riproduzione e conservazione del suono, ma ha trovato successo commerciale pressoché solo negli ambienti professionali del trattamento del suono. Nella metà degli anni ’80 nasce in Inghilterra il Disco Mix Club (DMC), la più importante organizzazione e competizione per DJ della storia.
1997
Dopo un paio di decenni di prototipi sperimentali, comparve il giradischi laser ELP LT-1XA, il primo giradischi laser al mondo. In pratica il laser veniva utilizzato per leggere il contenuto del vinile e il risultato di questa lettura era lo stesso di quello che si ottenne con un pick-up convenzionale.
Pioneer d’altra parte stava sperimentando giradischi CD che miravano a replicare l’esperienza della manipolazione del vinile, in particolare con il CDJ-500 del 1994 e poi nel 2001 con il famoso CDJ-1000. I grandi DJ di quell’epoca, da Sasha a Jeremy Healy, stavano ancora usando il vinile.
Aziende come Numark, Vestax e Gemini lanciavano giradischi competitivi, ma Technics continuava a dominare il mercato.
2007
Con l’avvento dei file musicali digitali, il mercato del vinile si spense rapidamente. A partire dal CDJ-400 del 2007 in poi, ad esempio, sono state incluse porte USB su tutti i giradischi CD di Pioneer. Per un pò sembrava che il futuro dei giradischi potesse essere del tutto virtuale, con laptop, mouse e MIDI (Music Instrument Digital Interface).
Software come Ableton Live e Native Instruments Traktor hanno dato ai DJ la possibilità di eseguire loop, sincronizzare automaticamente e aggiungere effetti a un livello che i DJ di epoche precedenti non avrebbero mai immaginato. Accanto a questi sviluppi iniziarono a comparire nuovi tipi di giradischi.
2017
Nel 2014 Pioneer festeggiò i suoi 20 anni nel mondo DJ con il lancio di un dispositivo classico rivisitato in chiave moderna: il giradischi professionale PLX-1000.
Nel mondo dunque tornò di moda il vinile, sconosciuto a intere generazioni digitali; di qui la decisione di Panasonic di rimettere in produzione il giradischi Technics Sl-1200.
Nel 2006, secondo una stima fatta dalla British Phonographic Industry (BPI), i dischi in vinile venduti ammontarono a ben 3,2 milioni. Questo significava un aumento del 53% delle vendite del vinile rispetto al 2015, numeri paragonabili allo stato dell’arte nel 1991.
2018
Technics, in occasione dell’IFA 2017, una delle più antiche fiere di tecnologia della Germania, ha deciso di presentare il nuovo SP10-R, giradischi con un piatto a trazione diretta che, grazie all’abbinamento dello stato dell’arte sul fronte delle tecnologie analogiche e digitali, garantisce una fedeltà di riproduzione mai provata prima.
Oltre al nuovo motore a trazione diretta privo di nucleo e alla trazione con doppio rotore laterale, già presenti in SL-1200G, il nuovo giradischi Technics SP10-R è anche dotato di bobine dello statore su entrambi i lati del rotore per incrementare la dinamica e l’accuratezza del suono.
Il modello è attualmente in fase di prototipo, mentre la commercializzazione finale avverrà a partire dall’estate del 2018. Dovrebbe ricalcare le impronte di quelli che furono i gloriosi SP-10MK2 e SP-10MK3.
2019
A IFA 2019 Audio Technica ha presentato il giradischi USB a trazione diretta AT-LP5x, successore del premiatissimo dell’AT-LP5 del 2016.
Questo nuovo giradischi possiede come il suo predecessore il braccio a forma di J, il piatto in alluminio e un’uscita USB per la digitalizzazione.
Mentre l’LP5 era limitato al supporto per i 33 e i 45 giri, AT-LP5x aggiunge quello per la riproduzione a 78 giri.