Forte di 71 milioni di abbonati paganti, Spotify sbarca a Wall Street con il simbolo “Spot”, diventando la più importante quotazione tecnologica del 2018.
La settimana scorsa Spotify, il più grande servizio di streaming musicale al mondo, si è quotato in borsa: è andato tutto liscio e il valore delle sue azioni si sono attestate su un valore superiore alle aspettative.
Il debutto è stato molto più lusinghiero ed ora i due fondatori della piattaforma di streaming musicale, Daniel Ek e Martin Lorentzon, entrano di diritto nel club dei miliardari: il 35enne amministratore delegato Ek, con una quota del 9,2% nella società, ha una ricchezza di 2,8 miliardi di dollari mentre quella del 48enne Lorentzon, col 12,25%, arriva a 3,7 miliardi di dollari.
A fine 2017 la società fondata da Daniel e Martin contava 159 milioni di utenti attivi, con 71 milioni di ascoltatori paganti.
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L’anno scorso Spotify ha generato 4,09 miliardi di euro di ricavi, in sensibile rialzo rispetto a 2,952 miliardi del 2016 e ai 1,940 miliardi del 2015.
Adesso però inizia un’altra partita, una volta a Wall Street, le regole sono uguali per tutti: Spotify dovrà rivelare dati più dettagliati.
Il mercato scandaglierà il bilancio e gli utenti attivi per capire quanto la piattaforma sia in grado di crescere. E non si sa quando Spotify inizierà a generare utili.